Ultima modifica: 7 Febbraio 2016
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Scuola Secondaria di Primo Grado LEONIDA

PLESSO LEONIDA

Il plesso, intitolato al poeta epigrammatico Leonida da Taranto[1] (vissuto nel III sec. A. C),  sede della Scuola Secondaria di I Grado della circoscrizione Montegranaro-Salinella, accorpata all’Istituto Comprensivo Renato Moro nell’ a.s. 2012/13, è ubicato tra due importanti arterie stradali: Viale Magna Grecia n.150 e Via Lazio n.27. L’edificio è circondato da un ampio spazio esterno recintato, in parte ricoperto da aiuole alberate; in cui è collocata anche l’abitazione del custode, che svolge mansioni di collaboratore scolastico. La struttura  si sviluppa su un pianterreno, un primo piano ed una mansarda adibita ad atelier artistico e a magazzino per la custodia del materiale utile alle attività teatrali e artistiche in generale.

 

A  pianterreno sono collocati:

  • gli uffici di presidenza e di segreteria, l’archivio  e due laboratori multimediali (lato via Lazio) ;
  • un ambiente adibito a punto di ristoro bar, dato in gestione ad esterni (lato viale Magna Grecia),
  • 11 aule  di SSIG
  • la sala docenti,
  • l’aula per le attività di sostegno
  • la sala medica
  • due ampi spazi aperti, adibiti uno a biblioteca e l’altro –  con un piccolo palco –  ovvero a sala riunioni.
  • una palestra coperta con annessi spogliatoi e bagni.

 

Al primo piano vi sono:

  • 13 aule, di cui 10 utilizzate per la  SSIG e 3 per le classi V della SP
  • il laboratorio artistico,
  • due laboratori scientifici
  • una sala musica
  • tre piccoli vani destinati ad attività e progetti per piccoli gruppi di studenti ( cartellonistica, ricerche, produzione oggetti …).

VEDI DETTAGLI PLESSO LEONIDA – SCUOLA IN CHIARO

 


 

[1] Il poeta greco antico Leonida, nato e vissuto a Taranto fino al 272-270 a.C., quando la città fu conquistata dai romani, si distinse tra i pochi abitanti che preferirono fuggire prima che ciò accadesse. Inizialmente egli interpretò la sua scelta come una benedizione, che gli aveva permesso di evitare la schiavitù, ma presto avrebbe avvertito il peso della condizione di esule, lontano dalla patria, misero ed errabondo, condannato a «una vita che vita non è» come scrisse in un suo celebre epigramma. Dopo tanto peregrinare (viaggiò per la Grecia, l’Asia Minore e il sud Italia), si rifugiò ad Alessandria d’Egitto, dove morì intorno al 260 a.C. Di temperamento anticonformista e contestatore, Leonida disprezzò la frivolezza, la menzogna, il lusso: secondo il suo pensiero la felicità era nella tranquillità, e questa poteva essere perseguita solo conducendo una vita modesta e solitaria. Visse quindi in misere dimore fra i campi o lungo la riva del mare, e condusse vita povera ed errabonda. La produzione di Leonida, varia e cospicua, fu apprezzata da alcuni dei maggiori scrittori latini, come Cicerone (Ad Atticum, IX, 7, 5 e 18, 3; X, 2, 1), Catullo, Ovidio e Properzio.